martedì 3 marzo 2020

SAMUEL BECKETT - WAITING FOR GODOT

Samuel Beckett nacque nel 1906 in Irlanda e studiò italiano e francese al Trinity College di Dublino. Viaggiò in tutta Europa e in seguito si stabilì a Parigi dove conobbe James Joyce. Il rapporto tra i due scrittori fu fondamentale per la formazione dello stesso Beckett. Il romanzo beckettiano era inizialmente radicato alla poetica del modernismo che rifiutava la linearità causa-effetto. Si notava già nei romanzi del primo periodo una delle caratteristiche fondamentali del suo stile, ossia la cosiddetta poetica del levare, dello scrivere in maniera scarna basandosi su pause ed ellissi. In sostanza è una sorta di rifiuto della semantica della parola come mezzo espressivo che predilige invece i silenzi. Beckett debuttò nel teatro nel 1953 con Waiting for Godot, rappresentato a Parigi al teatro De Babylon. Era un'opera teatrale di difficile comprensione tanto che la rappresentazione di Londra non venne compresa e fu stroncata dalla critica. La struttura e la trama sono particolarmente antitradizionali e la successione di eventi può considerarsi alogica. I personaggi non posseggono un profilo psicologico chiaro e sembrano costantemente affetti da una sorta di amnesia patologica riguardo al loro passato. Il dialogo tra Vladimir ed Estragon, i due protagonisti, è un mezzo per far trascorrere il tempo piuttosto che un mezzo utile alla continuità dell'azione. Infatti, per far si che lo spettatore comprenda o interpreti le azioni dei personaggi, gli attori stessi offrono indizi disarticolati. Rilevante nel teatro di Beckett è la componente visiva che nasce proprio dalla passione artistica dell'autore per il quale la scena era uno spazio quasi museale in cui girare le azioni. Aspettando Godot si basa su un dipinto di C.D.Friedrich, Due uomini che osservano la luna e per rendere uno scenario simile Beckett inserisce ' on stage' un albero. L'albero scarno senza foglie è l'unico simbolo in scena dell'arte del levare, concezione in realtà di origine michelangiolesca secondo cui lo scultore dovrebbe liberarsi del blocco di marmo che intrappola la sua scultura. Così Beckett trasferisce questo concetto artistico in ambito teatrale ponendo sulla scena pochi oggetti ma di grande ricchezza semantica e nel 1961 al teatro Odeon di Parigi il drammaturgo collabora con l'artista svizzero Giacometti per creare proprio un albero che riesca a rendere quest'idea.

L'amante di Lady Chatterley

L'AMANTE DI LADY CHATTERLEY 

L'amante di Lady Chatterley, il cui titolo originale in lingua inglese è 'Lady Chatterley's lover' è un romanzo di David Herbert Lawrence.  D.H. Lawrence era originario di un paesino di minatori del Nottinghamshire chiamato Eastwood, ambiente che ritorna in molti dei suoi romanzi tra cui 'Lady Chatterley's lover' e 'Sons and Lovers'. Caratteristica fondamentale dell'autore era il suo essere un artista poliedrico. Non era solamente un novelist, ma era anche saggista, poeta, autore di libri di viaggio e pittore. Come pittore prediligeva i ritratti e gli studi sul corpo nudo essendo affascinato proprio dal corpo e dai suoi movimenti. L'idea dello scrittore della 'libertà del corpo' affiora anche ne 'L'amante di Lady Chatterley'. Quando descrive Connie e Mellors  e le loro movenze si forma nella mente l'immagine che Lawrence abilmente crea con la scrittura e siamo in grado di figurare il movimento dei corpi e la loro forma, la rotondità dei fianchi di Constance, la rigidità e la magrezza di Mellors e al contempo la sua sensualità nei movimenti, la sua tenerezza nel toccare la donna. 
Lawrence scrisse l'amante di Lady Chatterley in Toscana tra il 1925 e il 1928 e fu pubblicato per la prima volta a Firenze. La conseguenza della stesura di questo romanzo fu che venne messo al bando in tutta Europa e venne censurato specialmente nel Regno Unito, ancora dominato da una morale vittoriana rigida, tanto che venne pubblicato proprio in Inghilterra solo nel 1960. E' un romanzo che fin dalla sua prima apparizione fu accusato di essere osceno per i vari riferimenti di tipo sessuale e per il fatto che una donna agiata volesse sconvolgere la sua posizione sociale perché si sentiva costretta nelle mura borghesi. Nel romanzo l'ambiente inglese è sconvolto e denaturalizzato, un angolo di Inghilterra grigio e cupo come un alone che sembra espandersi e inquinare tutto ciò che riesce a inghiottire. E' il landscape fatto di miniere e carbone di Tevershall a guardare la tenuta dei Chatterley dall'alto. Wragby sembra un luogo verde e tranquillo, ma Constance lo sente che non è distante da quella realtà e l'odore di fumo ne è spesso la prova. Constance fin dal principio appartiene alla classe borghese con un reddito di seicento sterline l'anno. Durante la sua giovinezza trascorsa con la sorella Hilda conosce molti ragazzi e ciò che le da piacere è lo scambio intellettuale che si instaura tra lei e i giovani, insistendo sul fatto che gli concedeva il rapporto sessuale per pura volontà di accontentarli e niente di più. In seguito decide di sposarsi con Clifford che a parer mio non è da considerarsi nei confronti di Connie né amante intellettuale, né amante passionale. Lo considero un personaggio piuttosto egoista e dedito solamente alle sue congetture e ad aumentare costantemente il proprio ego. Un uomo alla ricerca di fama, il successo, 'la dea puttana' come la definisce Lawrence e come dice nel romanzo 'mentre lui scriveva i suoi racconti  e <andava avanti> nel mondo, Tevershall andava in rovina'. E' un uomo che vive credendosi superiore a tutti, soprattutto alla working class. Penso che ciò che lo ferisca maggiormente non sia tanto il fatto che Connie abbia un amante, quanto il fatto che l'amante sia il suo guardiacaccia, un suo servitore.  La passione tra Connie e Mellors comincia quando la donna inizia a sentirsi in ostaggio nel suo rapporto con Clifford e cerca un'aria nuova nel bosco. Mellors si rivela un amante passionale, ma dal mio punto di vista inizialmente non credevo che l'attrazione sarebbe stata anche mentale, cosa che poi si è rivelata a parer mio da una parte implicita, ma dall'altra incerta. Diciamo che sono rimasta un po' nel dubbio di questo rapporto all'interno del quale credo che Lawrence volesse più che altro evidenziare l'emancipazione sessuale della protagonista piuttosto che creare una vera e propria storia incentrata solamente sull'amore reciproco. Nel complesso il romanzo è parecchio scorrevole nonostante la sua lunghezza discreta e i riferimenti intertestuali molto  acuti. Consiglio vivamente Lawrence per il suo inserire nei testi in maniera comunque non invasiva nei confronti della trama, ma come background politico e sociale, un'Inghilterra nel pieno dell'industrializzazione, un' emozionalità che fatica ad emergere dai personaggi in questo ambiente sterile che cerca di schiacciare il sentimentalismo, ma che comunque il lettore riesce a comprendere.

Poesia XXIII

Ma cosa vuoi farne di questi attimi scaduti di queste fragilità perse dei tuoi occhi che non mi cercano più delle tue mani che mi toccano ma...