SAMUEL BECKETT - WAITING FOR GODOT
Samuel Beckett nacque nel 1906 in Irlanda e studiò italiano e francese al Trinity College di Dublino. Viaggiò in tutta Europa e in seguito si stabilì a Parigi dove conobbe James Joyce. Il rapporto tra i due scrittori fu fondamentale per la formazione dello stesso Beckett. Il romanzo beckettiano era inizialmente radicato alla poetica del modernismo che rifiutava la linearità causa-effetto. Si notava già nei romanzi del primo periodo una delle caratteristiche fondamentali del suo stile, ossia la cosiddetta poetica del levare, dello scrivere in maniera scarna basandosi su pause ed ellissi. In sostanza è una sorta di rifiuto della semantica della parola come mezzo espressivo che predilige invece i silenzi. Beckett debuttò nel teatro nel 1953 con Waiting for Godot, rappresentato a Parigi al teatro De Babylon. Era un'opera teatrale di difficile comprensione tanto che la rappresentazione di Londra non venne compresa e fu stroncata dalla critica. La struttura e la trama sono particolarmente antitradizionali e la successione di eventi può considerarsi alogica. I personaggi non posseggono un profilo psicologico chiaro e sembrano costantemente affetti da una sorta di amnesia patologica riguardo al loro passato. Il dialogo tra Vladimir ed Estragon, i due protagonisti, è un mezzo per far trascorrere il tempo piuttosto che un mezzo utile alla continuità dell'azione. Infatti, per far si che lo spettatore comprenda o interpreti le azioni dei personaggi, gli attori stessi offrono indizi disarticolati. Rilevante nel teatro di Beckett è la componente visiva che nasce proprio dalla passione artistica dell'autore per il quale la scena era uno spazio quasi museale in cui girare le azioni. Aspettando Godot si basa su un dipinto di C.D.Friedrich, Due uomini che osservano la luna e per rendere uno scenario simile Beckett inserisce ' on stage' un albero. L'albero scarno senza foglie è l'unico simbolo in scena dell'arte del levare, concezione in realtà di origine michelangiolesca secondo cui lo scultore dovrebbe liberarsi del blocco di marmo che intrappola la sua scultura. Così Beckett trasferisce questo concetto artistico in ambito teatrale ponendo sulla scena pochi oggetti ma di grande ricchezza semantica e nel 1961 al teatro Odeon di Parigi il drammaturgo collabora con l'artista svizzero Giacometti per creare proprio un albero che riesca a rendere quest'idea.