martedì 27 ottobre 2020

Assurdo

Penso che l'assurdo sia nato da una voglia di cambiare la prospettiva dell'uomo sulla sua situazione esistenziale, e con essa cambiarne anche i mezzi espressivi. Con Camus e Sartre assistiamo a una modifica della prima, ad una sorta di consapevolezza che l'uomo si trovi a dover affrontare la vera faccia della realtà e alla necessità di liberarsi delle illusioni per scoprire che la sua condizione umana è un misto di orrore e angoscia. Ma in essi sembra che il contenuto e la forma non possano essere compatibili. Camus e Sartre sembrano voler rappresentare un mondo ormai slegato dalla logica seguendo il discorso logico e consequenziale, mentre la svolta avverrà con gli autori dell'assurdo che saranno in grado di dare omogeneità a forma e contenuto. Riusciranno ad adattare il teatro a questo tipo di filosofia riscoprendo e reinventando alcune tradizioni in contesti diversi dai quali sono nate. Questa modalità di riadattare elementi preesistenti in mileu diversi e moderni causerà un forte shock nel pubblico poiché lo spettatore si sentirà spiazzato dalla rappresentazione. I drammaturghi dell'Assurdo vogliono un teatro che basi la sua performance sulla gestualità, sul movimento dando spesso al linguaggio un ruolo secondario e ponendo l'immagine poetica in primo piano. Questo perché il linguaggio non è abbastanza efficace alla rappresentazione degli incubi più nascosti e delle ossessioni dell'uomo, mentre l'aspetto visivo è più utile allo scopo di creare una successione di immagini poetiche che possano formare, nella loro totalità, una visione completa dell'introspezione dell'individuo. 

Poesia XXIII

Ma cosa vuoi farne di questi attimi scaduti di queste fragilità perse dei tuoi occhi che non mi cercano più delle tue mani che mi toccano ma...