Penso che l'assurdo sia nato da una voglia di cambiare la prospettiva dell'uomo sulla sua situazione esistenziale, e con essa cambiarne anche i mezzi espressivi. Con Camus e Sartre assistiamo a una modifica della prima, ad una sorta di consapevolezza che l'uomo si trovi a dover affrontare la vera faccia della realtà e alla necessità di liberarsi delle illusioni per scoprire che la sua condizione umana è un misto di orrore e angoscia. Ma in essi sembra che il contenuto e la forma non possano essere compatibili. Camus e Sartre sembrano voler rappresentare un mondo ormai slegato dalla logica seguendo il discorso logico e consequenziale, mentre la svolta avverrà con gli autori dell'assurdo che saranno in grado di dare omogeneità a forma e contenuto. Riusciranno ad adattare il teatro a questo tipo di filosofia riscoprendo e reinventando alcune tradizioni in contesti diversi dai quali sono nate. Questa modalità di riadattare elementi preesistenti in mileu diversi e moderni causerà un forte shock nel pubblico poiché lo spettatore si sentirà spiazzato dalla rappresentazione. I drammaturghi dell'Assurdo vogliono un teatro che basi la sua performance sulla gestualità , sul movimento dando spesso al linguaggio un ruolo secondario e ponendo l'immagine poetica in primo piano. Questo perché il linguaggio non è abbastanza efficace alla rappresentazione degli incubi più nascosti e delle ossessioni dell'uomo, mentre l'aspetto visivo è più utile allo scopo di creare una successione di immagini poetiche che possano formare, nella loro totalità , una visione completa dell'introspezione dell'individuo.
martedì 27 ottobre 2020
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Poesia XXIII
Ma cosa vuoi farne di questi attimi scaduti di queste fragilità perse dei tuoi occhi che non mi cercano più delle tue mani che mi toccano ma...
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