venerdì 28 maggio 2021

Poesia XXIII

Ma cosa vuoi farne

di questi attimi scaduti

di queste fragilità perse

dei tuoi occhi che non mi cercano più

delle tue mani che mi toccano

ma che non sento sulla pelle.

Dimmi cosa vuoi farne

del mio cuore in balia dell'incertezza

che non so ancora se mi ami

o se ciò che sono non ti basta. 

Parla di cose non dette

o tutto sfumerà in passato.


giovedì 27 maggio 2021

Poesia XXII

Due mani 
che si incastrano 
in modo perfetto.
Una scintilla 
che diventa fiamma
in un mondo
in cui la solitudine 
sembra essersi cicatrizzata
nell'abitudine di essere soli.
Il ricordo di quel fuoco
di una sera autunnale
si fa strada
e lo stomaco brucia
al solo pensare
che esistono sensazioni
di una sincerità disarmante.

Poesia XXI

Volevo scrivere un libro,

ma non ho trovato le parole

Così ho guardato nei tuoi occhi

e ho letto una storia.

Ho visto l'abisso

Ho visto il futuro.

Nella tua iride azzurro ghiaccio

Ho sentito il tepore

Ho sentito tutto quello 

che non mi avevi mai detto.

Così ho scritto una storia

perché ho letto l'amore.

Lo sai

 Lo sai 

come ci si sente

quando le gambe

di notte

sono ingarbugliate 

come le cuffiette

quando vengono messe in tasca

di fretta.

Corpi caldi 

e piedi freddi

dita intrecciate

e capelli disordinati

baci al buio

respiri affannati

mani che scorrono

sulla pelle tatuata.

Poi mattine di purezza

senza trucco

senza finzioni

senza muri.

Mare in tempesta - 2012

Osservo l’ondeggiare ritmico delle onde che s’infrangono sugli scogli. Mi sembra di sentire le gocce sulla pelle illuminata dal sole mentre ricordo quell’infanzia passata sulla morbidezza di un asciugamano.  Sono ricordi felici che sfrecciano velocemente dalla mia memoria, rivangando un aspetto della quiete  di dieci anni fa.Gusto ogni istante di queste sensazioni che mi sfiorano.Vedo un gabbiano volare nel cielo terso; vedo la sua libertà planare sulle nuvole. Vorrei che fosse mia.Assaporo l’aria tiepida che m’inonda i polmoni; assaporo la ruvidità delle pietre su cui poggio e su cui vorrei restare per sempre.  Osservo il tramonto con i suoi colori caldi.Lentamente si fa sera. Il silenzio totale mi rassicura; mi fa pensare.Ora qualche rumore.Sento spezzarsi questo splendido incantesimo di pace e tranquillità mentre alcuni passanti parlano e ridono in lontananza.  Mi arriva come un suono familiare, come quando i miei genitori si curavano di portarmi a sgranchire le gambe sul lungomare.  Mi disturba, tuttavia non è un disturbo sgradevole, semplicemente interrompe la meditazione che stava avvenendo inconsapevolmente  in me.Il profumo di salsedine è così stranamente piacevole che mi sembra di essere in acqua, a galleggiare senza mai cadere a fondo, senza mai toccare la sabbia né il suolo.Voglio sfogarmi.  E’ troppo tempo che non tolgo il peso degli errori dalla mia coscienza. Ho trattenuto tutto a lungo e adesso un urlo di tutto ciò che è stato, rabbia, frustrazione, dolore e tristezza mi si sprigiona da dentro come un ruggito.Mi potevo sentire come quello splendido gabbiano bianco che volava in cielo. Io mi sentivo così, viva e libera.Libera da tutto, da tutte le preoccupazioni che avevo fino a un momento prima.Ora se ripenso al mare vedo nella mia immaginazione quel posto isolato e paradossalmente così pieno di vita e d’ispirazione di qualche tempo fa.Quel posto dove riuscii ad essere me stessa per un’unica, vera occasione.So che quel luogo non potrò ritrovarlo facilmente perché esiste soltanto nella mia testa.Quel posto che sembrava così reale e allo stesso tempo soprannaturale era solo la pace che riuscivo a trovare.Era solo un luogo in cui la mia fantasia ha vagato per una volta in ricerca di me stessa.La me stessa che si era perduta.Questa è la tempesta a cui ho assistito, quella che avveniva dentro di me.

Poesia XX


Dimmi, se dovessi vivere un'altra vita, in un altro stato, in un altro posto, in un altro mondo pensandoti guarderei la luna?
Dimmi, se dovessi vivere per sempre seguirò le stelle e rivedrò la luce del tuo sguardo mille volte; mille volte il riflesso, mille volte? Mille volte, sempre. 
Dimmi, dimmi come ascolterei il rumore della pioggia senza nostalgia per ogni sfumatura della tua voce. 
Dimmi come.
Dimmelo, come farei? Perchè non varrebbe la pena di vivere un'eternità.
Dimmi come tornerai da me se dovessi andar via.
Ti prego dimmelo.
Dimmi come potrai lasciarmi andare; come potrò lasciarti andare.
Dimmelo! No, grida per strappar fuori il tuo amore da me.
Dimmelo! Non andare, non andare!
Fermati. Girati. Guardami negli occhi amore mio e potrò fermarti, o ricordare il tuo sguardo nostalgico e tu il mio pieno di pianto.

Poesia XXIII

Ma cosa vuoi farne di questi attimi scaduti di queste fragilità perse dei tuoi occhi che non mi cercano più delle tue mani che mi toccano ma...